Vendemmia 2022: un’ottima annata in tutta Europa nonostante la siccità
La vendemmia si è appena conclusa e quella del 2022 è stata un’annata soddisfacente all’unanimità. La siccità e il caldo record di quest’anno non hanno compromesso i vigneti italiani ed europei, che hanno regalato uve ottime e una quantità in linea con la media degli ultimi anni.
Siccità record
Grazie alle piogge durante il mese di agosto su tutto il territorio nazionale e allo straordinario lavoro di ricerca messo in campo dai produttori, l’eccellenza del prodotto finale è stata garantita, nonostante il caldo estremo dei primi mesi estivi e una siccità a lungo prolungata. Ovviamente molto dipende dalle aree di riferimento, ma in linea generale queste “piogge intelligenti” hanno permesso alla vite di riprendersi e alle uve di giungere alla loro piena maturazione, senza procurare danni al raccolto. Le ultime settimane di settembre hanno fatto il resto: tempo soleggiato, temperature miti, una leggera brezza… le uve ancora da raccogliere sono potute arrivare allora alla loro pienezza e andare a produrre vini capaci di imporsi sullo scenario enologico nazionale e internazionale.
Mercato enologico europeo
I principali paesi europei, produttori di vini pregiati, non fanno eccezione, toccati anche loro quest’anno da caldo record e anticipato, nonché variabilità delle produzioni dovuta al clima.
Nel complesso il vigneto Europa ha mantenuto la sua produzione complessiva, con una crescita della Francia sugli altri Paesi e una decrescita della Spagna. Sempre stabili i livelli produttivi in Germania.
Il caso della Spagna è davvero singolare. Infatti, il caldo record ha portato i viticoltori ad organizzarsi con la vendemmia notturna, fino ad oggi un fenomeno legato al folklore, ma il caldo record ha costretto le cantine ad una scelta radicale per lavorare lontano dal calore diurno e per usare meno energia per raffreddare l’uva una volta portata nella cantina.
Anche la Germania ha affrontato la situazione climatica, garantendo una resa bassa ma una qualità ottima. La condizione eccezionale è stata meno grave per i vigneti più vecchi, mentre più complicata per i vigneti impiantati da poco. Anche in questo caso sono previsti, a dispetto di tutto, vini corposi e ben colorati, nel caso dei rossi, e dal buon bouquet aromatico, nel caso dei bianchi.
La Francia ha avuto il luglio più secco dal 1959, ma nonostante ciò è quella che ha avuto il raccolto migliore, con differenze da regione a regione. In Alsazia, ad esempio, si sono registrate precipitazioni particolarmente scarse in primavera e la produzione è stata minore rispetto alla media. Lo stesso a Bordeaux, a causa delle gelate primaverili che hanno interessato la zona. Buona la situazione in Borgogna, dove i vigneti sono in salute, ottima nella Champagne, dove il 2022 è stata un’annata perfetta con volumi significativi.
Mercato enologico italiano
Insieme al Veneto capolista che, con 11,5 milioni di ettolitri produce da solo oltre 1/5 del vino nazionale, la Puglia e l’Emilia-Romagna, producono complessivamente il 59% dell’intero vigneto italiano.
I bookmaker hanno dato Trentino Alto Adige e Sicilia come favorite per l’imbottigliamento di vini eccellenti, seguono Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna. Pronostici più cauti su Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria, ma anche Lombardia e Veneto.
Quindi che cosa fare in questo caso? Prenotare le etichette delle nuove annate e provarne il più possibile, dai vini più comuni a quelli più rari e pregiati che è possibile trovare nello shop online di La Civiltà del Bere. Obiettivo? Decretare la propria personale classifica di preferiti!